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Sensualità, 100x150
Affresco su cotone grezzo
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In un momento di transizione come il nostro, in cui la pittura ricerca nelle forme concrete del postmoderno il punto di crisi della modernità, quest'ultima nega le sue origini e si mimetizza nell'evanescenza della materia informe. Solo così si crede di trovare il modo di evocare le strutture e i profili che hanno sorretto l'orgoglio plastico e dinamico delle avanguardie, senza palesarne l'appartenenza. In conseguenza, lo spazio non è più il luogo in cui si scandiscono le strutture uniche, bensì il recipiente lirico ove vagolano i fantasmi della memoria e della pittura. Il risultato è sotto nostri occhi: è aumentato l'interesse nel valore della descrizione delle cose, piuttosto che delle cose stesseČ, mentre l'occhio vuole continuare a padroneggiare la visione rappresentativa della realtà, sia fisica che sociale.
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Di fronte a questa crisi l'opera di Stefano Zampieri si pone in posizione critica. E pur reagendo con un vitalismo lirico e una inquietudine esistenziale al ritorno di una rappresentatività razionalmente bloccata, non trascura il rigore plastico e la progettualità architettonica delle forme nello spazio.
Infatti alle sue figure l'artista offre la soluzione boccioniana di non lasciare deperire la struttura alla luce, anzi di rafforzarla - perché senza conflitto - nella continuità dello spazio. Sicché Stefano Zampieri è portato ad evidenziare nella marcatura dei contorni il rigore disegnativo delle forme , ma ad affidare alle evanescenze del colore - impregnato di un soffuso lirismo a cui non è estranea una componente di eros - il compito di sbloccare l'impalcatura cosmica prampoliniana in una idealizzazione pittorica sfocata ma concreta, forse utopica ma non fastastica.
E qui il gioco cromatico, che sfuma in nuances impercettibili, trova il suo brivido e la sua inquietudine nel segno timbrico (forse di origine sensuale più che di natura spirituale), lasciando intravedere in superficie la trama della tela o della carta. In verità, l'arte di Zampieri, che non ha bisogno di mimetizzare la provenienza ideologica dalle avanguardie, trova il suo equilibrio tra il formale/strutturale e l'informale/emozionale della pittura, ma anche tra il funzionalismo razionalista di Libera e il purismo essenziale di Terragni, in sede progettuale e architettonica.
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Luigi Tallarico
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